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A sentir parlare di offerte per luce e gas, uno dei dilemmi (amletici) ricorrenti è la scelta tra prezzo fisso e prezzo indicizzato. Ma cos’è esattamente un prezzo indicizzato e come funziona? In questo articolo esploreremo nel dettaglio l’opzione tariffaria più chiacchierata del momento con l’intento di analizzarne vantaggi e svantaggi. L’obiettivo? Aiutarti a capire se può fare al caso tuo (oppure no).

Tutto pronto?

Ecco cosa devi sapere.

Cos’è il prezzo indicizzato?

Il prezzo indicizzato, noto anche col nome di prezzo variabile, è una tipologia tariffaria relativa all’energia elettrica in cui il costo della materia prima (elettricità o gas) varia mensilmente in base all’andamento dei mercati all’ingrosso. A differenza di un’offerta a prezzo fisso, nella quale il costo rimane bloccato per un periodo prestabilito, col prezzo indicizzato si assiste a una spesa in bolletta che potrebbe aumentare o diminuire di mese in mese.

Nel caso dell’energia elettrica il prezzo indicizzato è solitamente legato al PUN (Prezzo Unico Nazionale), cioè il prezzo di riferimento dell’elettricità rilevato dalla borsa elettrica italiana. Per il gas invece si fa riferimento al PSV (Punto di Scambio Virtuale): un indice che rappresenta il prezzo sul mercato nazionale.

Come funziona un’offerta a prezzo indicizzato

In un’offerta a prezzo indicizzato il fornitore applica una formula per calcolare il prezzo finale dell’energia. Quest’ultima è generalmente composta da due elementi: A) l’indice di riferimento (PUN o PSV) e B) un contributo al consumo fisso (spread).

Facciamo un esempio.

Prezzo finale = PUN + 0,010 €/kWh

In questo caso, se in un dato mese il PUN fosse pari a 0,080 €/kWh, il prezzo finale dell’energia sarebbe di 0,090 €/kWh. Il mese a seguire, se il PUN dovesse salire a 0,085 €/kWh allora il prezzo aggiornate diventerebbe 0,095 di €/kWh.

È importante ribadire che lo spread applicato dal fornitore rimane fisso per tutta la durata del contratto, mentre è l’indice di mercato che continua a variare mensilmente.

Vantaggi e svantaggi del prezzo indicizzato

Il prezzo indicizzato è un mix sapientemente bilanciato di pro e contro per l’utente finale. Da un lato, difatti, consente di beneficiare dei ribassi del mercato quando i prezzi tendono a seguire una parabola discendente. L’aspetto in questione porta a risparmi significativi in periodi di calo dei costi dell’energia.

Ad esempio, se il PUN scende da 0,15 €/kWh a 0,10 €/kWh, con un’offerta indicizzata, il consumatore vedrà immediatamente il calo riflesso in bolletta.

Dall’altro lato però il prezzo indicizzato espone al rischio di aumenti improvvisi. In caso di impennata dei prezzi all’ingrosso, come accaduto nel 2022, le bollette subiranno rincari consistenti da un mese all’altro.

Un altro vantaggio del prezzo indicizzato è, ad ogni modo, la trasparenza: il consumatore paga effettivamente il prezzo di mercato più un piccolo spread del fornitore. Non ci sono margini nascosti. Lo svantaggio è la maggiore complessità: bisogna monitorare l’andamento dei mercati per capire se si sta risparmiando o meno.

Come scegliere tra prezzo fisso e indicizzato

La scelta tra prezzo fisso e indicizzato dipende da una molteplicità di fattori che influenzano vicendevolmente. In primo luogo, bisogna considerare la propria propensione al rischio.

Il consumatore che predilige la stabilità e vuole sapere in anticipo quanto spenderà troverà più adatto il prezzo fisso. Chi invece è disposto ad accettare qualche oscillazione in cambio di potenziali risparmi ha tutto il diritto di orientarsi sul prezzo indicizzato.

Un altro elemento da tenere bene a mente è il periodo di mercato. In momenti di prezzi stabili o in calo, il prezzo indicizzato è più conveniente. Viceversa, quando si prevedono rialzi, il prezzo fisso offre una protezione.

Anche i propri consumi influenzano la scelta. Se tendi ad avere consumi elevati e costanti durante l’anno potresti preferire la certezza di un tariffario fisso e meno volubile. Chi invece dispone di consumi più bassi o concentrati in alcune stagioni potrebbe sfruttare al meglio la flessibilità dell’indicizzato.

Prezzo indicizzato: come funziona la fatturazione?

Con un’offerta a prezzo indicizzato la fatturazione risulta un tantino più complessa rispetto a quella di una tariffa fissa.

È importante attenersi ad alcuni passaggi-chiave.

  • La lettura dei consumi. Il fornitore rileva il dispendio effettivo attraverso la lettura del contatore, che può essere effettuata dal distributore o comunicata dal cliente tramite autolettura.
  • L’applicazione del prezzo. Per ogni kWh consumato, viene applicata la tariffa indicizzata del mese di riferimento. Ad esempio, per i consumi di maggio, si applicherà il PUN di maggio più lo spread del fornitore.
  • Il calcolo della spesa. I consumi vengono moltiplicati per il prezzo indicizzato del mese.
  • L’aggiunta di altre voci. Alla spesa per la materia energetica si aggiungono le altre componenti della bolletta (es: trasporto, oneri di sistema e imposte).
  • L’emissione della fattura. Il fornitore emette la bolletta con il dettaglio dei consumi e dei prezzi applicati.

A causa dei tempi di fatturazione, il prezzo indicizzato applicato potrebbe riferirsi al mese precedente rispetto a quello di emissione della bolletta. Ad esempio, una bolletta emanata a giugno tende ad applicare il PUN di maggio ai consumi di aprile-maggio.

Prezzo indicizzato: come interpretare la bolletta

L’interpretazione delle voci in una bolletta dal prezzo indicizzato non è poi così dissimile dalla lettura di una variante tradizionale.

Tra le tante voci troverai:

  • Il periodo di riferimento che enuncia a quale mese si riferiscono i consumi fatturati.
  • Il prezzo applicato. Controlla il valore del PUN o del PSV e confrontalo con quello pubblicato sui siti ufficiali (GME per il PUN, ARERA per il PSV).
  • Lo spread del fornitore, che dovrebbe essere fisso e previsto da contratto.
  • I consumi. Se hai dubbi o hai ricevuto una bolletta troppo alta, controlla che i valori fatturati corrispondano a quelli effettivi.
  • Il dettaglio dei prezzi. Alcune bollette riportano le tariffe giornaliere o gli orari applicati, utili per un controllo approfondito.

Es:

supponiamo di aver consumato 300 kWh in un mese con un’offerta indicizzata al PUN + 0,010 €/kWh. Se il PUN medio del mese è stato 0,080 €/kWh, il prezzo finale sarà:

0,080 €/kWh (PUN) + 0,010 €/kWh (spread) = 0,090 €/kWh

La spesa per la materia energia sarà quindi:

300 kWh x 0,090 €/kWh = 27 €

A questo importo andranno aggiunte le altre voci di spesa della bolletta.

Come monitorare l’andamento del prezzo indicizzato

Di seguito, non di Techzen.it ti lasciamo alcuni siti utili:

  • Il sito del GME: il Gestore dei Mercati Energetici pubblica i valori del PUN.
  • Il sito ARERA: l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente fornisce aggiornamenti mensili sul PSV.
  • App dei singoli fornitori, che permettono spesso di monitorare i prezzi in tempo reale.
  • Altri siti specializzati. Esistono molti portali web dedicati all’analisi dei trend di mercato dell’energia.

E se sei alla ricerca di altre info sul mercato energetico odierno, ricorda di consultare il nostro sito.

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